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Italia, patria dei giovani disoccupati. 1.138.000 gli under 35 senza lavoro

05 Set

Sembra l’intestazione di un libro dell’orrore, o il titolo di un vecchio documentario sulla disoccupazione negli anni del dopoguerra, invece no. È l’agghiacciante realtà sociale ed economica di un paese, l’Italia, che da stato occidentale sviluppato sta diventando sempre più un paese senza futuro. (Alessandra Campanari)

disoccupazioneE’ l’Italia, ancora una volta, ad accaparrarsi il triste primato in merito al più alto tasso di disoccupazione giovanile in Europa. Secondo ilrapporto stilato dall’ufficio studi di Confartigianato, infatti, sono addirittura 1.138.000 gli under 35 senza lavoro. E non parliamo di quei ragazzi che non hanno ancora raggiunto il quarto di secolo; per loro il tasso di disoccupazione rispetto alla media europea raggiunge una percentuale a dir poco agghiacciante.

Ma l’Italia, oltre a non essere un paese per giovani, è un paese di paradossi, laddove ad un aumento della disoccupazione giovanile fa eco una denuncia da parte delle imprese italiane, nonostante la crisi, a reperire la manodopera necessaria alla crescita delle aziende. Forse perché le nuove generazioni non hanno voglia di assumersi le proprie responsabilità? O forse, molte più onestamente, perché l’offerta di lavoro proposta è spesso uno smacco alla dignità del lavoratore.

I giovani italiani sono ragazzi qualificati e talentuosi, desiderosi di mettersi in gioco, anche sacrificando le proprie qualità, ma non a costo zero e non per tutta la vita. E che dire dell’immancabile e spaventoso divario economico tra il nord e il sud del nostro bel Paese? Ancora una volta i dati parlano chiaro. Se a livello nazionale la disoccupazione dei giovani fino a 35 anni si attesta intorno al 15,9%, si legge nel rapporto, “va molto peggio nel Mezzogiorno dove il tasso sale a 25,1%, pari a 538.000 giovani senza lavoro”.

La Sicilia sembra essere la regione con il maggior numero di disoccupati under 35 e ad essa fanno tristemente seguito la Campania con il 27,6%, la Basilicata con il 26,7%, la Sardegna con il 25,2%, la Calabria con il 23,4% e la Puglia con il 23%. Come volevasi dimostrare, migliori invece le condizioni al nord dove il tasso di disoccupazione non supera la percentuale del 7.8.

Il Rapporto di Confartigianato mette in luce per altro un peggioramento della situazione anche per gli adulti, ma sono sicuramente i giovani i primi a pagare il prezzo non solo di una crisi economica internazionale ma di una vera e propria degenerazione strutturale, dove il ricambio generazionale non è garantito, il divario economico tra il nord e il sud Italia peggiora annualmente, il rinnovamento dell’offerta lavorativa è in una fase di stallo e i periodi di apprendistato, necessari all’inserimento nel mondo del lavoro, sono spesso delle gabbie in cui incatenare per qualche mese, e a costo zero, una forza produttiva giovanile che non vedrà mai un contratto pari alla prima qualifica.

E allora ha ragione Corrado Augias nell’affermare che, alla fine “forse la vera tragedia dell’Italia è che i migliori spesso se ne vanno all’estero”. E forse, rispondiamo noi, l’intera Italia dovrebbe iniziare a lavorare seriamente per evitare la vera tragedia.

 
 

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