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Gravidanze, in Sicilia è record di baby mamme

27 Set

In Italia il fenomeno delle baby mamme è ancora contenuto ma in costante crescita. I dati Istat infatti parlano di un aumento annuale dello 0,5% di gravidanze di teenager, con oltre dieci mila bambini nati da adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. Le nascite si concentrano per il 70% nel meridione. Il primato spetta alla Sicilia dove nel 2009 si sono registrati 619 parti.

Alla Sicilia segue poi la Campania con 452 parti di minorenni, la Puglia con 293 e la Sardegna con 55 madri minorenni. La Valle d’Aosta è in coda alla classifica con soli tre parti di minori nel 2009. Sono questi i dati illustrati oggi a Palermo durante l’87esimo congresso nazionale organizzato dalla Sigo, la società italiana di ginecologia ed ostetricia.

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Alla base di una così alta percentuale di parti tra le minorenni c’è, secondo la società, una scarsa educazione sessuale in famiglia e nelle scuole, poca informazione sui metodi contraccettivi e una poco diffusa rete di consultori a cui potersi rivolgere. Proprio la diffusione dei metodi contraccettivi per prevenire malattie a trasmissione sessuale e gravidanze indesiderate registra tra gli adolescenti una battuta d’arresto. Sarebbero infatti sempre più i giovani che fanno sesso a rischio.

Maria Rosa D’Anna, direttore dell’ Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, ha parlato di un “fenomeno radicato e antico” presente negli strati più disagiati delle periferie suburbane. Spesso si tratta di ragazze che restano incinte dopo la classica ‘fujtina’.

Il 19 dicembre dello scorso anno una 14enne ha dato alla luce il suo bambino nell’ospedale di Monopoli, nel Barese. Qualche giorno prima, a pochi chilometri di distanza, a Laterza, nel Tarantino, un’altra adolescente aveva partorito una bambina. In Europa, invece, specie in Inghilterra, Francia e Austria, il fenomeno delle baby mamme è già un’emergenza sociale che sfiora le percentuali degli Stati Uniti, dove i parti di adolescenti rappresentano addirittura il 6% del totale.

Intanto, però, la London School of Economics ha pubblicato una ricerca dal titolo provocatorio “Gravidanza adolescenziale: qual è il problema?”. La tesi sostenuta dallo studio inglese, curato dalla dottoressa Claire Alexander, ha tentato di ribaltare la percezione sociale sulla maternità precoce suggerendo un approccio più consapevole alla gravidanza da parte delle giovani madri.

Secondo la ricercatrice, le adolescenti in dolce attesa sono spesso “più forti, più mature e più responsabili” e la politica, invece che curare solo gli aspetti preventivi dovrebbe offrire strumenti di sostegno per affrontare una scelta serena. Non solo prevenire le gravidanze, quindi, ma investire più risorse per favorire l’inserimento lavorativo delle giovani madri.

Palma Maria Roberta Frascella

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