Articolata in sei sezioni, la mostra raccoglie opere provenienti da raccolte pubbliche e private e illustra l’attività culturale e artistica, l’urbanistica e l’architettura della città tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo trentennio del Novecento, rappresentando un’immagine di Catania che riesce a delineare la sua stessa identità.
Apre la rassegna la sezione dedicata al Paesaggio urbano, che mostra i passaggi salienti del processo di trasformazione della città sotto la spinta dell’industrializzazione. La narrazione prosegue nella sezione Architettura in cui sono esposti preziosi disegni originali dei protagonisti del dibattito architettonico catanese tra il 1870 e il 1939. Troviamo poi l’Archeologia con alcuni significativi reperti della collezione del principe di Biscari, custodita sin dal 1934 nel Museo civico del Castello Ursino, che testimoniano come Catania, in quegli anni, vivesse una riscoperta delle memorie del passato grazie a personalità quali il Soprintendente alle Antichità Paolo Orsi.
Di particolare interesse nella sezione Arte, pupi, cartelli e attrezzi di scena della Raccolta teatro Pennisi Macrì di Acireale, ma anche altre marionette e fondali di vari teatrini dell’Opra, alcuni dipinti da grandi artisti di fine Ottocento come Giuseppe Sciuti e Calcedonio Reina.
Nella sezione Case della Memoria sono inseriti, tra gli altri, oggetti della Casa Museo di Giovanni Verga, quadri e sculture della Biblioteca museo Mario Rapisardi, arredi e dipinti della Casa-atelier del pittore Alessandro Abate. Nella sezione Editoria, infine, vengono narrati i radicali mutamenti dei paradigmi della comunicazione visiva avvenuti a partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento, grazie anche alle innovative tecniche di stampa.
Della mostra, che documenta nei diversi ambiti l’azione di tutela e conservazione condotta dalla Soprintendenza di Catania, è stato realizzato un approfondito catalogo.
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